
L'edificio occupa una posizione fortemente scenografica, davanti al suggestivo sfondo della collina torinese, in posizione rialzata rispetto all'omonima piazza.
La maestosità e la grandiosità sono ulteriormente dalla presenza della spaziosa Pizza Vittorio, sula riva sinistra del Po, dalla quale si ha una vista prospettica della Gran Madre senza uguali.
L'edificio, realizzato su progetto dell'architetto Ferdinando Bonsignore tra il 1818 ed il 1831, subì alcune modifiche tra il 1933 ed il 1940, in occasione della sistemazione nella cripta dell'ossario dei caduti della prima guerra mondiale, disegnato dall'architetto Giovanni Ricci.
I MODELLI CLASSICI DI RIFERIMENTO: IL PANTHEON ROMANO E LA MADELEINE PARIGINA
Dal punto di vista architettonico gli indirizzi seguiti per la Gran Madre si riallacciano ai modelli della tipologia della rotonda, ispirata alla ideologia classica del tempio romano a pianta centrale.
Il progetto del Bonsignore venne scelto proprio perchè si ispirava alla "più bella fabbrica che ci resti dell'antichità", il Pantheon di roma.
Anche la tecnica costruttiva, che prevedeva l'uso di calcestruzzo per la calotta della cupola, rappresentava una scelta inusuale per Torino, di sicura matrice romana.
Un altro modello a cui rimanda la Gran Madre di Dio è la Madeleine di Parigi, non solo per alcune caratteristiche costruttive, ma anche per una simile collocazione nel contesto urbano
LE STATUE CHE COMPLETANO L'ARCHITETTURA.
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La Religione, Gran Madre di Dio, Torino |
non potevano mancare opere scultoree che andassero a completare la struttura architettonica d'insieme.
Collocate su due basamenti, poprio di fronte alla facciata, le allegorie della Fede e della Religione realizzate da Carlo Cheli, accolgono il visitatore.
Le statute, come del resto tutta la Gran Madre di Dio, sono al centro della teoria che vuole Torino uno dei centri esoterici più importanti a livello mondiale.
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La Fede, Gran Madre di Dio, Torino |
La Fede, raffigurata nell'atto di guardare verso il cielo, tiene in mano il bicchiere dell'Eucarestia, che viene interpretato dai molti sostenitore della Torino magica ed esoterica, come il Graal. Sempre secondo queste.
Le due statue, secondo le intenzioni del progettista, dovevano rappresentare i due pilastri della vita di ogni buon cittadino, secondo l'ideale religioso e politico degli anni dell Restaurazione.
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