domenica 8 settembre 2013

LA CHIESA DELLA GRAN MADRE DI DIO

"ORDO POPULUSQUE TAURINUS ADVENTUM REGIS" - " La città ed i cittadini di Torino per il ritorno del re"-  recita l'epigrafe che corre sul frontone del tempio torinese, composta dal latinista Michele Provana Sabbione, a memoria dell'occasione per la quale venne progettata e realizzata questa grandiosa chiesa di forme neoclassiche : il 20 maggio 1820, a conclusione del congresso di Vienna, il Re Vittorio Emanuele I fece ritorno dall'esilio nella capitale del suo regno.


chiesa gran madre di dio torinoDopo lunghi dibattiti in merito a quale dovesse essere la struttura architettonica più adatta a celebrare degnamente il ritorno alla monarchia assoluta, il municipio torinese decise di far costruire un'imponente chiesa nella zona di borgo Po, dedicandola alla Vergine Madre del Salvatore.
L'edificio occupa una posizione fortemente scenografica, davanti al suggestivo sfondo della collina torinese, in posizione rialzata rispetto all'omonima piazza.
La maestosità e la grandiosità sono ulteriormente dalla presenza della spaziosa Pizza Vittorio, sula riva sinistra del Po, dalla quale si ha una vista prospettica della Gran Madre senza uguali.
L'edificio, realizzato su progetto dell'architetto Ferdinando Bonsignore tra il 1818 ed il 1831, subì alcune modifiche tra il 1933 ed il 1940, in occasione della sistemazione nella cripta dell'ossario dei caduti della prima guerra mondiale, disegnato dall'architetto Giovanni Ricci.


I MODELLI CLASSICI DI RIFERIMENTO: IL PANTHEON ROMANO E LA MADELEINE PARIGINA

Dal punto di vista architettonico gli indirizzi seguiti per la  Gran Madre si riallacciano ai modelli della tipologia della rotonda, ispirata alla ideologia classica del tempio romano a pianta centrale.
Il progetto del Bonsignore venne scelto proprio perchè si ispirava alla "più bella fabbrica che ci resti dell'antichità", il Pantheon di roma.
Anche la tecnica costruttiva, che prevedeva l'uso di calcestruzzo per la calotta della cupola, rappresentava una scelta inusuale per Torino, di sicura matrice romana.
Un altro modello a cui rimanda la Gran Madre di  Dio è la Madeleine di Parigi, non solo per alcune caratteristiche costruttive, ma anche per una simile collocazione nel contesto urbano


LE STATUE CHE COMPLETANO L'ARCHITETTURA.

La Religione,  Gran Madre di Dio, Torino
I un'opera fortemente neoclassica come la Gran Madre di Dio, quindi fortemente ispirata all'  arte antica,
non potevano mancare opere scultoree che andassero a completare la struttura architettonica d'insieme.
Collocate su due basamenti, poprio di fronte alla facciata, le allegorie della Fede e della Religione realizzate da Carlo Cheliaccolgono il visitatore.

Le statute, come del resto tutta la Gran Madre di Dio,  sono al centro della teoria che vuole Torino uno dei centri esoterici più importanti a livello mondiale.
La Fede, Gran Madre di Dio, Torino
La statua della Religione reca sulla fronte il triangolo con l'occhio divino ( simbolo carico anche di significati massonici). Un angelo inginocchiato le porge le Tavole delle Legge, toccandole con i lembi della veste. La mano sinistra indica il testo scritto sulle Tavole mentre la destra sorregge una croce. Ai suoi piedi si trova una tiara papale. 
La Fede, raffigurata nell'atto di guardare verso il cielo, tiene in mano il bicchiere dell'Eucarestia, che viene interpretato dai molti sostenitore della Torino magica ed esoterica, come il Graal. Sempre secondo queste.
Le due statue, secondo le intenzioni del progettista, dovevano rappresentare i due pilastri della vita di ogni buon cittadino, secondo l'ideale religioso e politico degli anni dell Restaurazione.






Nessun commento:

Posta un commento